lunedì 18 febbraio 2008

La campagna che c'aspetta

di Gianbattista Tagliani

Il 13 Aprile prossimo si tornerà a votare per il Parlamento italiano a poco meno di due anni di distanza dall'ultima tornata. Quali, le strategie dei partiti per assicurarsi il voto del corpo elettorale?
Il panorama politico è in fase di radicale cambiamento. L'Unione e la Casa delle Libertà non esistono più. I partiti si sono prima frammentati o sciolti ed ora a pochi giorni dalla presentazione delle liste, cercano nuove formule di alleanze, chi l'apparentamento , chi la federazione. Alcuni invece, ma più per necessità che per volontà si dichiarano pronti a correre da soli ed a sfidare i big, Veltroni e Berlusconi nella competizione per il premierato.
Programmi e promesse sono piuttosto simili tra di loro ed è per questa ragione che la partita si giocherà soprattutto sul terreno della comunicazione e della propaganda elettorale.

Veltroni, espressione della maggioranza uscente non potrà beneficiare, se non marginalmente, dell’effetto positivo generato dai buoni risultati del governo uscente. Insoddisfazione e sfiducia sono le espressioni più diffuse tra chi è chiamato ad esprimere un giudizio sull’esperienza del centrosinistra a Palazzo Chigi.

Per questa ragione Veltroni punta sul rinnovamento dell’offerta elettorale. Nuovo partito, nuovo simbolo e volti nuovi. Il PD si presenta come la vera novità nello scacchiere parlamentare. Nasce dalla fusione di due partiti ma si fonda su istanze che sono il frutto dell’esperienza passata quanto di nuove idee

Per sottolineare ed affermare questa novità ed unicità Walter Veltroni ha scelto di non allearsi, apparentarsi o federarsi con nessun altro partito, eccezion fatta per l’IDV di Antonio Di Pietro. Potrebbe rappresentare la scelta vincente, quanto al contrario, rappresentare un “handicap” per la prevedibile ostilità dei suoi ex alleati che si sentono scaricati.

Silvio Berlusconi dal canto suo sembra invece puntare allo snellimento ed al consolidamento della coalizione. Ha prima annunciato la nascita del partito che si sostituirà a Forza Italia e poco dopo ha incassato l’adesione di Alleanza Nazionale che per bocca del suo segretario ha promesso lo scioglimento del partito in autunno, passo necessario per la costituzione del partito unico. L’UDC è rimasta fuori. Pierferdinando Casini, messo alle strette e davanti al fatto compiuto, si è visto costretto ad annunciare la propria candidatura a premier, come avversario dei suoi ex alleati.

E gli altri?

Una parte degli ex componenti l’Unione stanno valutando l’opportunità e la fattibilità di concentrarsi sotto un’unica insegna, provvisoriamente battezzata “Cosa Rossa”. Fausto Bertinotti, dopo aver governato la Camera Bassa con successo e riconoscimenti, sembra voler defilarsi dallo scontro politico ideologico. Giordano, Diliberto e Pecoraro Scanio potranno comunque contare sull’esperienza e sulla sensibilità politica dell’ex presidente della Camera.

A destra invece abbiamo assistito alla nascita di una nuova formazione, La Destra, guidata da Francesco Storace, pronto ad approfittare della virata centrista di Fini, e da Daniela Santanchè, al momento l’unica donna candidata premier.

In attesa di verificare intenti e programmi dei centristi, prima tanto corteggiati ed ora improvvisamente soli, non ci resta che lasciarci travolgere dal fiume di news e messaggi che gli spin doctors dei big hanno già iniziato a diffondere.