mercoledì 30 aprile 2008

Pdl: elettore-tipo cercasi di capire

di Marta Moriconi

Qual é il profilo sociologico dell’elettore tipo del Pdl? Vittima dell’insicurezza, oltre che xenofobo, ma anche ignorante ed evasore. Potrebbe invece più semplicemente essere un elettore che cerca la sicurezza, che crede nella giusta pena e che desidera godere delle proprie fatiche favorendo se stesso oltre che lo Stato.

Parlare oggi, dopo le elezioni del 2008, di destra e di sinistra così come si esprimevano i partiti fino alla nascita di Pd e Pdl, non ha molto senso… o meglio il senso lo trova in campagna elettorale quando i partiti giocano alle rispettive recriminazioni storiche e si affrontano su un campo posticcio e non per i posteri (anche i due schieramenti maggiori in questi mesi hanno alluso una volta alla camicia nera, un’altra ai mangiapreti etc…). Le enfatizzazioni elettorali sono compiute dagli avversari in crisi di astinenza di poltrone e di idee, ma questo gioco al massacro aiuta solo le logiche e le strategie di pochi eletti.

Insomma se si fosse scritto questo articolo nel 2007 l’elettore di centro-destra sarebbe apparso un folle pericoloso. Peccato che lavora, produce, sfama la propria famiglia (se ce l’ha), si concede qualche uscita di notte e qualche altra libertà che è personale -un diritto di tutti-. Basta con l’idea che esista un cittadino “tutto manganello e galera ad oltranza” ed un altro che ospiti a casa l’emigrato anche se reo - lo stesso colpevole, se fosse italiano, sarebbe un emarginato a cui difficilmente un datore offrirebbe una seconda chance -.

Metodo per il futuro:

1) Bisogna che il politico e tutti noi viviamo come parliamo.

2) Bisogna considerare il passato al presente. Chi ha vinto questa guerra-elettorale (“ma anche” il secondo arrivato Veltroni merita lo stesso riconoscimento) probabilmente non ha visto indietro, ma lontano. Ha fatto un ragionamento ancorato alle necessità e non all’ostinazione anacronistica di alcuni pensieri politici.

Viviamo su questa terra che scopre ogni giorno di essere in crisi: finanziaria, alimentare, energetica, ambientale… E cosa si risolve parlando di fascisti, stalinisti, dividendo e dividendoci per chi non c’è più? I discorsi astratti con i loro partiti-ideologici non hanno più trovato posto in Parlamento e così anche le allusioni a quello o quell’altro errore storico stanno diminuendo come il numero dei prossimi ministri della repubblica. La gente, la più ricca e la più povera, quella di cultura e quella più ignorante, si sono trovate d’accordo sul porre i bertinottiani e santancheniani di fronte ad una propria riconsiderazione, non più vittima di una precettistica rigida, ma fatta di idee dinamiche e in movimento. Tutte le articolazioni politiche infatti dovranno interessarsi e affrontare tematiche urgenti: precariato, imprenditoria, ambiente... insomma tutto è di tutti.

Il centro-destra ha avuto un merito in più rispetto alla creatura veltroniana: ha intercettato meglio le richieste di intervento che il popolo richiedeva, i pezzi da assemblare: la necessità di modernizzazione, l'importanza della tradizione, un nuovo regime fiscale... Al contrario, le parti radicali hanno dimenticato queste realtà oppure non sono riuscite a comprenderle per colpa del loro antico Dna, geneticamente incompatibile al confronto tra pari e alla mobilità di pensiero.

Cari amanti della politica il nuovo elettore che ha votato Pd e Pdl è dunque uno e mille: sono operai, intellettuali, studenti, precari, imprenditori, cattolici, atei, scienziati etc. Non esiste una categoria di queste che si senta più rappresentata e soprattutto unicamente rappresentata da una sola ala del Parlamento, ma esistono progetti elettorali che sono piaciuti più o meno a questo o a quello. Il futuro della politica è all’americana. Al bando le identità rigide, al via le grandi risoluzioni elastiche ai tempi e alle esigenze.