mercoledì 14 maggio 2008

"IncentivAzione" P.A.

di Marta Moriconi

-La deriva-… dei progetti, delle idee, dell'iniziativa pubblica e privata. Questo il titolo del saggio di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, "quelli de -La casta-", il libro-denuncia che ha rappresentato il più importante fenomeno editoriale degli ultimi anni. Un Paese fermo, che non sa più progettare e prendere decisioni forti, ma che al contrario appare imbavagliato, invinghiato nell'inutile burocrazia trionfante.

Così i due giornalisti hanno letto e fanno leggere a noi attraverso la loro ultima opera la condizione lavorativa, sociale e culturale dei nostri tempi e del nostro spazio. Suggerimenti? No, analisi, analisi, analisi. Basta. Ancora con l'ascetismo intellettuale? E se passassimo all'eroismo intellettuale? Agli ideatori che si sporcano le mani? Che scelgono di scendere dai cieli dell'idealismo alla terra dell'ide-azione. Abbiamo bisogno di untori di proposte. Canale tre vuole offrire con l'umiltà della piccola realtà ma con la consapevolezza delle problematiche odierne che colpiscono chi in quest'Italia lavora, produce e crea servizi e beni, una classifica di INTERVENTI possibili e attuabili. Spunti e punti per il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta, per quello dello Sviluppo economico Scajola, per quello del Welfare Sacconi e per tutti gli addetti ai lavori. Da chi è soggetto ai lavori.

Punto 1) Trovare nuove forme di coinvolgimento e motivazione, perchè un team di persone entusiaste produce meglio e al meglio. "Puntiamo sull'intangibile" dichiara in un'intervista rilasciata a Business People Neriman Usever direttore risorse umane di Indesit Company, una multinazionale italiana fortemente ramificata nel mondo, che ancora aggiunge "credo che la forza delle aziende moderne sia da ricercare principalmente nel fattore umano e nelle diversità che lo caratterizzano". I benefit quali macchine, viaggi ed altre forme di vantaggi economici sono infondo, a pensarci bene, un surplus: il dipendente ha già una macchina, ha la possibilità di viaggiare oggi come oggi etc. Quello che gli manca è il riconoscimento professionale in relazione a quanto dà e alla passione che mette nel darlo. Il responsabile deve pagare i suoi sbagli, ma anche ottenere riconoscimento e prospettiva professionale. Serve competenza, passione e creatività e questa va premiata con la prospettiva di miglioramento. Di evoluzione.

Punto 2) Questione ministeri e altri enti pubblici: è possibile anche lì proporre al dipendente un percorso di crescita professionale. Suggerimento: "patente professionale a punti". Attraverso criteri oggettivi inerenti all'ambito della competenza tecnica, ma anche a quello della capacità di fare squadra e quindi organizzativa, rendere possibile l'accesso a livelli superiori. Al contrario, se il soggetto è colpito da note di demerito - essendo incostituzionale prospettare un cambiamento in peggio della posizione lavorativa- obbligarlo per es. a seguire corsi "ri-educativi" della sua professionalita'. Questo starebbe a significare un fannullone obbligato a rimanere in loco fuori dal proprio orario di lavoro... il sistema migliorerebbe ne siamo certi.

Punto 3) Aumentare deleghe di responsabilità su progetti: percorsi di crescita ed arricchimento professionale dove poter esprimere il proprio talento e farsi conoscere per il proprio talento.Che diventino visibili questi lavoratori! Questo crea passione, se uno non ce l'ha in partenza.

Queste nuove forme di incentivazione basate su aspetti intangibili, più che su beni materiali, funzionerebbero alla grande. Che ne pensate? C’è da aggiungere altro?