martedì 11 marzo 2008

Il "disegno" del Cavaliere




di Gianbattista Tagliani

E' di ieri la notizia che il noto imprenditore Giuseppe Ciarrapico, già proprietario delle Terme di Fiuggi, dell'A.S. Roma calcio ed oggi editore ed imprenditore dell'intratenimento e ristorazione con la Casina Valadier ed il Bar Rosati di Roma, sarà candidato nelle liste del PDL al Senato.
Le prime dichiarazioni di Ciarrapico hanno sollevato un polverone quasi pari a quello succeduto alle sfortunate vicende giudiziare che l'hanno visto coinvolto.
Ma perchè inserire nelle liste un nome così "scomodo"?
Scorrendo le liste del Partito del Popolo delle Libertà sono diversi i nomi che suscitano interrogativi sulla strategia elettorale adottata da Silvio Berlusconi. Interrogativi che per altro si ripetono dando una scorsa anche alle liste del PD.
Senza dubbio entrambe le formazioni hanno dato ampio spazio a nomi noti e facilmente riconoscibili così come a nomi meno noti che però potessero risultare funzionali all'esatta trasmissione del messaggio o slogan elettorale.
Ma quale potrebbe essere la strategia dietro a queste scelte.
Santo Versace, Luca Barbareschi, Manuela Di Centa, Diana De Feo, Fiona May, Katia Noventa, Peppino di Capri, Angela Iezzo, il leader dei tassisti "rivoltosi" romani ed appunto Giuseppe Ciarrapico sono alcuni dei nomi ventilati come candidati del Popolo delle Libertà.
Non va dimenticato che pochi giorni fa il Cavaliere ha rilasciato alla stampa una dirompente dichiarazione: "Mi bastano 30 deputati capaci" e poi un compatto esercito di soldati obbedienti.
Evidentemente l'intento non era quello di demotivare gli altri candidati, ma piuttosto si supporrebbe che intendesse sottolineare la propria determinazione e leadership.
Ma qualche dubbio resta. Sembrerebbe quasi che sia Berlusconi che Veltroni puntino apertamente ad un pareggio od addirittura ad una sconfitta di misura.
La congiuntura economica, le emergenze sicurezza, energia e rifiuti sono fattori talmente condizionanti da trasformare il prossimo governo in una patata bollente che pochi vorrebbero trovarsi tra le mani.
Mi si conceda un'azzardo interpretativo. Sarebbe del tutto campato in aria il ragionamento secondo cui il leader del PDL voglia sfruttare questa competizione elettorale per formare la nuova classe dirigente del partito, contando sulla presunta breve durata del prossimo governo che una volta approvate le riforme della legge elettorale, dei regolamenti parlamentari ed adottate alcune misure urgenti si rimetterebbe immediatamente alla volontà popolare con nuove elezioni? In questo modo lasciando la patata bollente nelle mani di Veltroni potrebbe ripresentarsi agli elettori a stretto giro di posta con un partito fortemente rinnovato, composto però da personalità già "testate" in campagna elettorale con una breve esperienza parlamentare di contorno, che soprattutto potrebbe cavalcare ancor più di oggi il malcontento popolare per la politica di centrosinistra.
Non manca molto per scoprire se questa possa essere la vera strategia del Cavaliere. Non ci resta che...... aspettare