giovedì 17 aprile 2008

L’Unione di Centro “alle corde”

di Marta Moriconi

Pierferdinando Casini: come leggere il responso che le urne hanno dato all’ex presidente della Camera dei Deputati? Senza dubbio un merito gli va riconosciuto: l’UDC è stato l’unico partito tra i “piccoli” ad aver mantenuto una rappresentanza parlamentare .
Con 36 deputati però il suo peso specifico sarà relativamente basso ed al Senato con 3 soli senatori, espressione peraltro della sola Sicilia, ancora più ridotto. Ma per una volta mettiamo da parte i numeri e passiamo ad un’analisi meno tecnica e più politica del fattore X delle elezioni 2008: i sorprendenti flussi elettorali (nello specifico lo spostamento verso il PdL e la Lega o il Movimento per le Autonomie di Lombardo) e la vita parlamentare della Terza repubblica.

Smentito il convincimento del genero di Caltagirone che tra Berlusconi e Veltroni sarebbe finita in parità e l’auspicio di essere decisivi, Casini si ritrova alla guida di un partito fragilissimo. Il sistema elettorale vigente, che sembra aver dimostrato che il bipolarismo possa garantire benissimo la stabilità, è stato apprezzato dall’elettorato. Cosa è successo? Sono entrati in gioco i partiti-progetto, con un’identità contemporanea e sensibile ai bisogni della gente che vive, hic et nunc, problemi e disagi tutti italiani. I partiti-ideologici, quelli che sanno di abito preconfezionato, di precotto della cantina, stando al risultato elettorale, sembrerebbero esser diventati inattuali, arcaici ed anacronistici rispetto a nuove emergenze e difficoltà, quanto incapaci di risolverle concretamente. I cittadini hanno deciso di sottrarre il monopolio dei valori ai movimenti politici (cattolici, laico-socialisti, comunisti etc)… hanno messo un punto sul multi-partitismo parlamentare, ormai riconducibile ad una casta arricchita e privilegiata, a servizio di se stessa e dei propri “clientes”. Via gli esclusivismi, le lotte di posizione, i sistemi di pensiero troppo astratti e assoluti. Al via confronti e riflessioni propositive, le attualizzazioni delle idee e la loro mobilità costruttiva, senza trascurare valori e basi fondamentali per un nuovo scorrere.

La lista unica non è un controsenso politico, ma una scelta di maturo senso politico.

È il giusto compromesso tra valori e interessi odierni (perché questa parola in un’accezione sana e positiva significa utile ai soggetti), tra opinioni diverse e sintesi di contenuto.

A sentire i piccoli però è l’inizio della fine della politica, ridotta a logiche di opportunità. Invece di guardare alla modernizzazione, se fosse stato per “i piccoli”, ci saremmo dovuti attaccare in tutti i sensi alle dottrine di un passato mai veramente passato. Ma “panta rei”, purchè in meglio si intende. E questo lavoro a migliorarsi e a migliorare le proprie prospettive deve essere l’obiettivo più prossimo di PdL e Pd. Senza cancellare in tutto i contenuti dei vecchi sistemi, si dovrà attuare una Summa polito-logica di valore e validità. Un orrore strategico: pensare di fermare il processo di costituzione di queste nuove realtà parlamentari, vista la chiusura della campagna elettorale. Il percorso è appena iniziato e tutto è ancora da conquistarsi, per costruire seriamente un futuro al meglio delle possibilità del nostro Paese. L’Udc (e così i partiti che ancor peggio hanno perso elettori e Parlamento) non sono stati al passo: l’identità storica e statica ha lasciato il posto a quella moderna e evoluzionistica. Quello che avevano in più e che in realtà bisogna ammettere hanno ancora, è che sono partiti e non liste elettorali come il PdL.

Quindi, senza nascondersi dietro un dito, necessita un intervento costituente. Serio ed in tempi brevi.

A parte questo, Casini dovrà accettare presto la vera novità istituzionale: i valori cattolici e soprattutto i cattolici appartengono trasversalmente a tutti i membri del Parlamento. Non esisterà più una sola ed univoca parola sull’argomento, ma più voci e da più parti. Per i cattolici questo sarà un bene, anche se ora domina lo sconcerto per la nuova realtà. Senza essere strumentalizzati, vedranno approfondire i temi al centro del dibattito etico e non, escludendo logiche di scontro pre-concetto e fazioso, ma edificante, e qui allarghiamoci, evangelico: “Andate e mettetevi a predicare al popolo nel tempio tutte queste parole”. Non si tratta tanto di insegnare agli altri (non dice "ammaestrateli") quanto di comunicare la propria convinzione.

E nel Tempio della politica e della laicità rimangono con questa funzione necessaria e importante.