mercoledì 16 aprile 2008

Meno male che l'UDC c'è


di Gianbattista Tagliani

Il nuovo inno di Forza Italia, "Meno male che Silvio c'è", costato, sotto forma di suoneria, alcune cinghiate in pieno volto ad un elettore del PDL che ha visto il proprio telefonino squillare in un seggio con conseguente intollerante e violento sdegno di un elettore PD, si presta ad una riformulazione lessicale quanto mai appropriata, rileggendo il dato elettorale nel suo complesso.
Pier Ferdinando Casini ed il suo partito hanno raggiunto l'obiettivo che si erano posti all'indomani dello scioglimento delle camere. Oggi l'UDC è il terzo polo.
Certo, la composizione del parlamento non è articolata come sperato dagli ex DC, il loro peso non è determinante l'agenda dei lavori, ma oltre che una voce autorevole è l'unica voce rimasta indipendente dai due principali blocchi.
Pier Ferdinando Casini puntava ad un sostanziale pareggio tra PD e PDL tale da poter esercitare un potere decisivo nell'approvazione o nella bocciatura dei provvedimenti del Governo, ma ha conquistato comunque un'importante e consistente platea ed una rilevante visibilità mediatica.
E' stata premiata la coerenza e perseveranza politica di un personaggio che oggi incarna il vero "liberale", capace di mediare tra riformismo e conservatorismo, capace di dialogare serenamente con entrambi gli schieramenti.
Il PDL ha dimostrato di poter governare da solo, ma non è stato capace di sbaragliare la concorrenza all'interno del proprio schieramento come fatto da Veltroni nel centrosinistra.
A mio parere è un risultato importante e positivo. Una formazione veramente di centro, liberale e non sfrenatamente liberista, conservatrice ma non nostalgica dei vecchi apparati, salda sulle proprie radici ma non ottusamente riottosa allo sviluppo ed alla crescita è forse la nuova "frontiera" della politica italiana che potrebbe un giorno liberarsi delle contrapposizioni da stadio che hanno caratterizzato gli ultimi 50 anni

ad maiora!